In queste ultime settimane siamo cresciuti parecchio come visibilità e come contenuti. A volte, e solo – spero – a volte, capita che qualcuno di noi si lasci prendere un po troppo la mano e scriva anche cose non appartenenti al proprio pensiero. Con questo voglio solo dire che abbiamo fatto parecchi sbagli: copiare notizie altrui, spacciandole per nostre. Questa è un autocritica per tutti noi. Non faccio nomi, ma solo perché non ne vale la pena, e quindi la colpa ricade su tutti noi, ma soprattutto su di me come responsabile del blog.
Abbiamo fatto degli errori dicevo, questi errori si sono costati più di quello che possa sembrare. La credibilità e l’efficienza di un organo d’informazione, anche se non professionale e che non rappresenta in alcun modo una testata giornalistica come il nostro, è indice di credibilità per i lettori che ci pregiano del loro tempo. Quando questa fiducia ripostaci viene meno proprio per colpa nostra, allora tutti ne siamo colpevoli. Le scuse in prima persona le faccio io a nome di tutta la redazione di OpenWorld, in particolare ai proprietari dei seguenti blog: Kurai, Destynova, Zambardino, Matteo Moro, Quadernino, Francesco Cundari, e via via tutti coloro che, per un motivo o un altro, si sono sentiti offesi per aver letto articoli propri indicati come nostri, naturalmente i post incriminati sono stati immediatamente eliminati.
Chiaramente le scuse servono a poco in questi casi. La cosa che posso assicurare a tutti, e questo lo garantisco in prima persona, che non ci saranno mai più articoli di altri autori spacciati per nostri; non ci saranno articoli scritti da altri autori senza citarne la fonte; non ci saranno blogger di OpenWorld che copieranno post altrui. Questa è una certezza che posso assicurare a tutti. Spero che la parte buona della redazione sia consapevole delle colpe che abbiamo, e che questo ci serva da lezione per un futuro pulito e consapevole dei nostri meriti, anche se minimi. Grazie
L’era dell’innocenza è finita. Facciamo tesoro di questa esperienza per migliorarci in futuro e riconoquistare la fiducia delle persone colpite.
A scanso di equivoci: gli articoli citati hanno come firma più di un autore, ma ciò è dovuto al fatto che, come spesso capita, l’autore non può postarlo in quel momento e chiede ad un collega di farlo al suo posto mandandolo con email. La fiducia va conquistata con i fatti. Sarà molto difficile ma crediamo di aver agito in buona fede, almeno è così da parte mia, e ritenteremo di dare nuovamente luce a OpenWorld.
Mi è arrivata una mail da Luca che giro nei commenti di questo post:
All’imbecillità umana si dice non v’è mai fine. Oggi me ne sono reso conto anch’io, e in prima persona. Per le cose che son successe oggi non ho scusanti, l’unica – se posso – attenuante che riesco a trovarmi è la fiducia riposta negli altri. Come ben sai di mestiere faccio il PR per un’agenzia, e quindi lavoro a stretto contatto con giornali, tv e organi d’informazione in generale. Pertanto il mio mestiere è scrivere. Del resto fidarsi delle notizie passate dai colleghi è una prassi: tutti, in ufficio, lo facciamo spessissimo.
E’ successo che colleghi – dicono in buona fede – mi abbiano passato delle notizie che, a loro modo di vedere, andavano riprese ma NON COPIATE, quindi la colpa è solo mia per non aver verificato la provenienza delle stesse. Con questo mi preme chiedere scusa a tutti coloro che si siano sentiti espropriati delle loro opere e fare ammenda degli errori fin qui commessi. Tu Jack mi hai chiesto di continuare a scrivere per OpenWorld ma stando attento alle informazioni che ricevo. Di mio posso, ancora una volta, chiedere scusa a tutti coloro che ho offeso, ma ciò mi serve da insegnamento futuro ed anticipare tutti i colleghi del blog e chiedere scusa anche a loro. Mi prendo un paio di giorni per riflettere sulla mia posizione, appena saprò con certezza cosa ho intenzione di fare lo comunicherò a te e tutti gli amici del blog. Grazie ancora per lo spazio che mi hai concesso, e a risentirci presto.
Luca
Sono una delle vittime… Beh, ragazzi, mi occupo di comunicazione ed editoria da anni e vi posso assicurare che purtroppo, per mille motivi che non stiamo qui a declinare, fra quelli più grandi e quelli più piccoli, a volte capita. Per la velocità, per la scarsa cura di alcuni, per vizi ma anche per contingenze: ma avevo detto di non voler far l’elenco. La rete però non perdona, e brucia in fretta. Per quanto mi riguarda non posso che prendere atto del vostro ottimo comportamento post-pasticcio. E parlarne bene. Buon proseguimento
Grazie Giorgio, a buon rendere