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Un grandissimo Luca Sofri alla prima uscita pubblica nel Pd.

Inciso: che qualcuno faccia infantilmente l’offeso di fronte alla tesi che l’immagine del passato governo Prodi abbia limitato e di molto, le possibilità di vittoria alle elezioni, tesi condivisa là fuori dal primo studente di liceo all’ultimo politologo, la dice lunga sulle fesserie su cui perdiamo tempo.

Se chiedete in giro alle persone normali cosa pensano stia facendo il PD, vi risponderanno che Veltroni e D’Alema si fanno la guerra. E non posso credere davvero che uomini intelligenti reputino che la soluzione a questo tipo di comunicazione sia semplicemente rispondere “no, non è vero”.

Certo, c’è la crisi della sinistra europea, c’è la difficoltà delle sfide della modernità, eccetera eccetera. Ma siamo tutti stufi di alibi per le sconfitte: bisogna saper distinguere tra spiegazioni e giustificazioni. Non gliene frega niente a nessuno di sapere le ragioni per cui non riusciamo, che sono sempre le stesse. […] Non mi interessa sapere di chi sono le colpe: è irrilevante. Distinguo tra colpe e responsabilità ufficiali, e mi interessano le seconde. E soprattutto mi interessa capire quali cause generano quali effetti, in modo da rimuovere le cause. Se dico che il governo Prodi si è fatto molto malvolere, non mi interessa se la colpa sia di Prodi o di quattro ministri, o dell’ufficio pubbliche relazioni. Ma mi interessa cambiare registro rispetto a uno che non funziona.


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