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Quando qualche giorno fa pubblicammo dell’ennesima defaillances di Repubblica, pensavo che ormai fossimo arrivati al culmine di quell’imprescindibile malessere del giornalismo italiano. Oggi mi devo – per l’ennesima volta – ricredere e contraddire: al peggio non c’è mai fine.
Qualche giorno fa nella sezione “Cultura” del giornale di carta, il prof. Citati scrive un articolo un po “trash” sul ’68. L’emerito luminare¹ inizia così il suo pezzo: “Durante questi mesi, moltissimi hanno celebrato il centenario del 1968 in modi che trovo singolari”. Ecco, come dicevo al peggio non v’è mai fine: siamo nel 2068 e non lo sapevo…
Il titolo poi – a lettere cubitali in neretto-grassetto-corpo180 – era tutto un programma: “Il centenario del ‘68″
[Via Luca]
¹ In realtà non so chi sia: aiutatemi!!
Marcillotta's ha detto:
Ottimo!
continuate a segnalare queste perle del giornalismo nostrano.
pietro citati critico letterario/scrittore
Marcillotta's ha detto:
Ottimo!
continuate a segnalare queste perle del giornalismo nostrano.
pietro citati critico letterario/scrittore
Jack ha detto:
Grazie Marci, la tua cultura è infinitamente splendida 😛
Jack ha detto:
Grazie Marci, la tua cultura è infinitamente splendida 😛